Presentazione del Progetto di valorizzazione territoriale denominato “Progetto Nuraghe”

Realizzazione di un cantiere sperimentale per la costruzione di un nuraghe trilobato nell’agro di Gergei

Associazione “Perdas Novas” con sede legale a Gergei (SU) in via Oristano n.27

L’Associazione persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di attività di interesse generale così come definite dal D.Lgs 117/17 “Codice del Terzo Settore” quali:

  • interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio
  • organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale,
  • interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali;
  • educazione, istruzione e formazione professionale, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;
  • organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso.

L’Associazione si prefigge lo scopo di promuovere la partecipazione alle attività culturali dedicate a:

  • la promozione in ambito locale, nazionale ed internazionale della cultura e della storia della Sardegna, con particolare attenzione all’antica Civiltà Sarda, alle sue forme espressive e tecniche costruttive;
  • la promozione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio architettonico, archeologico, culturale, artigianale e paesistico della Sardegna e dei suoi territori;
  • la promozione, valorizzazione, studio, ricerca e sperimentazione delle tecniche di lavorazione della pietra e di costruzione, conservazione, restauro e consolidamento di murature a secco;
  • la salvaguardia e lo sviluppo di abilità e capacità artigianali della tradizione locale;
  • la partecipazione e l’inclusione sociale.

La realizzazione del cantiere sperimentale si ritiene che possa rappresentare un elemento architettonico di alto valore simbolico, capace di generare un importante slancio di forte identità e un riferimento strategico per le attività di studio, ricerca, valorizzazione connesse alla valorizzazione del paesaggio nuragico.

La localizzazione a Gergei è di particolare valore per la prossimità al principale areale distributivo di siti nuragici.

Il progetto dell’installazione-nuraghe intende attrarre il turismo archeologico e culturale e favorire poi la scoperta da parte dei visitatori, delle ricchezze ambientali, agroalimentari e artigianali del territorio.

Il progetto si fonda su tre pilastri fondamentali:

  • la componente ambientale: attraverso il recupero delle tecniche tradizionali (murature a secco) potranno essere avviati progetti per la tutela e manutenzione degli elementi caratteristici del territorio agrario dell’entroterra sardo;
  • la componente sociale ed educativa: particolare attenzione verrà posta nel coinvolgimento anche delle realtà locali per incentivare: le attività divulgative, formative e ricreative quali visite guidate, laboratori, collaborazioni per la ricerca sul campo, cooperazione con le istituzioni e musei locali (Università, Ecomusei, etc.); corsi per la lavorazione della pietra, etc.
  • la componente economica: elemento essenziale per la fattibilità del progetto. L’obiettivo è ricreare intorno al “cantiere-laboratorio” una serie di attività complementari. Da una parte si intendono riscoprire arti e mestieri tipici della tradizione sarda (lavorazione della pietra, artigianato tessile, lavorazione del rame e del legno, fusione archeo-sperimentale del bronzo) generando nuove opportunità occupazionali, dall’altro si vuole incentivare il turismo, destagionalizzarlo e renderlo consapevole della pluralità di esperienze culturali, etnografiche, folkloristiche, enogastronomiche e naturalistiche che si possono svolgere nel territorio circostante.

La fase di costruzione diventerà un “cantiere-laboratorio” a cielo aperto che seguirà i principi dell’archeologia sperimentale a partire dall’opera di taglio, trasporto e posa delle grandi pietre.

La messa in opera dei blocchi di pietra appena sbozzati o al naturale, poggiati uno sopra l’altro, avverrà secondo la tecnica della “muratura a secco”, senza l’impiego cioè di malta cementizia o altri materiali leganti, accostati orizzontalmente colmando i vuoti con materiale di rincalzo. Tra i paramenti esterni e interni così realizzati e comunque concatenati, si interporrà un riempimento di terra e pietrame di piccole e medie dimensioni.

Per la costruzione si utilizzeranno le pietre e i massi provenienti dallo spietramento e bonifiche dei terreni aziendali e sperimentando gli ipotetici metodi costruttivi usati nell’età nuragica.

L’area individuata si trova all’interno di una proprietà privata, compresa nella zona E, sottozona E2, non sottoposta a specifici vincoli e autorizzazioni di tutela ambientale, paesaggistica, architettonica, archeologica.

La nuova costruzione ricade all’interno dell’area di pericolosità moderata da frana (Hg1) del PAI (piano assetto idrogeologico) e pertanto non subordinati alla presentazione, alla valutazione positiva e all’approvazione dello studio di compatibilità idraulica o geologica e geotecnica di cui agli articoli 24 e 25 delle relative norme di attuazione.

L’idea progettuale è nata negli anni 2015-2016 e successivamente si è sviluppata e consolidata sino ad arrivare alla costituzione dell’Associazione culturale Perdas Novas.

I proponenti si sono da subito posti l’obiettivo di attuare il progetto all’interno di un percorso di forte condivisione con tutto il territorio.

Con questo fine sono stati portati avanti numerosi incontri con diversi soggetti istituzionali sia a livello locale sia regionale sia nazionale.

Sono stati inoltre coinvolti esperti e accademici di primissimo piano nell’ambito dell’archeologia, della storia sarda e della gestione dei beni culturali.

Quest’attività di sensibilizzazione e partecipazione ha portato alla costruzione intorno all’iniziativa di un vasto consenso che è manifestato anche dal recente atto di indirizzo della giunta comunale di Gergei.

Dall’immaginazione… alle immagini reali